Situato a 656 m sul livello del mare, circondato da immense foreste di querce, Cirigliano, fondato nel 1060 conserva ancora intatte le sue caratteristiche di borgo medioevale. A testimonianza di queste antiche origini si erge imponente il castello feudale con la sua caratteristica torre ovale.
Cirigliano si estende su un altura a circa 656 m. s.l.m.. Il toponimo secondo il Racioppi potrebbe derivare da “ Cearellius”, cioè “ proprietà di Cerellio” in quanto il centro abitato fu edificato nei terreni di un certo Cerellio, legionario romano. Secondo Antonio da Oppido, invece, esso deriverebbe da “ Caelianum” antica stazione di posta romana sulla via Herculia. Il primo documento ufficiale nel quale compare Cirigliano risale al 1060 in una bolla papale, in cui si riconosce la sua appartenenza alla diocesi di Tricarico, quando quest’ultima passa dal rito greco a quello latino. Nel periodo normanno il feudo apparteneva alla contea di Montescaglioso e signore di Cirigliano era un certo Asmindo, milite del principato di Taranto.
Nel 1167 apparteneva ad un certo Pagano, tenente di Cirigliano, il cui feudo era tenuto a fornire tre militi e quattro inservienti. Successivamente sotto gli angioini, signori di Cirigliano furono Filippo Echinard e Giovanni Pipino. In seguito re Ladislao donò il feudo a Giacovello Moccia. Dal 1487, quando re Ferdinando d’Aragona lo vendette a Pascacio Diaz Garlon conte di Alife, il feudo di Cirigliano passò nelle mani di molti feudatari quasi sempre per vendita, infatti dopo essere stato acquistato da Ettore Marra fu ceduto a Gianvincenzo Sanfelice, pervenne a Camilla Rocco e in seguito al marito Cesare Muscettola. Dal successivo acquirente, Francesco, nipote di Muscettola, passò nelle mani della figlia Cassandra che lo rivendette a Giovanni Battista Coppola.
Nel 1593 il feudo fu acquistato dai Villani, che lo rivendettero a Francesco Formica. Dalla Relazione Gaudioso del 1736 si sa che Cirigliano era una cittadina dall’aria salubre, edificata tra due valloni, la cui popolazione, essenzialmente dedita al lavoro agricolo, produceva olio di ottima qualità grano, vino e lino. Quando nel 1806 la feudalità venne abolita, ultimo signore di Cirigliano era un Fomica, Don Giovanni che morì nel 1816 nel palazzo feudale di famiglia, ancora oggi intatto nella sua struttura esterna. Cirigliano partecipò attivamente ai moti antifrancesi e nel periodo del brigantaggio subì diversi saccheggi come quello avvenuto per opera dei briganti di Crocco nel 1861. Nel 1973 una frana di enormi proporzioni inferse un duro colpo all’economia del paese, molti vigneti e uliveti furono spazzati via dalla furia dell’evento e numerosi edifici subirono ingenti danni.